Introduzione: il megaesofago è un disordine dell’esofago caratterizzato da una diffusa dilatazione e da una diminuzione della peristalsi.
Classificazione: forme congenite e forme acquisite (disordini gastrointestinali, dell’apparato endocrino, immunomediati, neuromuscolari, paraneoplastici ed alcune tossine possono provocare secondariamente una dilatazione patologica dell’esofago)
Sintomi clinici: rigurgito (da non confondere con il vomito), perdita di peso, tosse, alitosi
Diagnosi: radiografia del torace. Per poter escludere le diverse forme che portano ad un megaesofago di origine secondaria, occorrono poi analisi del sangue complete (stato e differenziazione), misurazione degli anticorpi diretti contro il recettore dell’acetilcolina, esofagoscopia, ecografia addominale, …
Tra le cause da citare, che provocano secondariamente il megaesofago vanno elencate l’ipotireosi, il morbo di Addison, l’intossicazione da piombo o da organofosfati e, non da ultimo, la miastenia gravis.
Trattamento e prognosi: dipendono dalla causa, se presente. Spesso, la complicazione principale, se non si trova una causa ed una terapia diretta, è data dall’aspirazione nelle vie aeree di cibo o liquido presente nell’esofago dilatato e conseguente polmonite ab ingestis. È consigliata una nutrizione verticale in modo che il cibo possa giungere nello stomaco.
Alcune curiosità: la forma congenita è descritta nel terranova, nel Parson Russell Terrier, nel samoiedo, nel Cavalier King Charles Spaniel, nel Fox Terrier e nello Shar-Pei. Anche nei gatti di razza è stata diagnosticata una forma di megaesofago acquisito.
Galeandro Luca, Dr. med. vet, DACVIM (SAIM), specialista in medicina interna Galeandro Miriam, Dr.ssa med. vet, DACVIM (SAIM), specialista in medicina interna