Endoscopia del tratto gastrointestinale superiore (esofago-, gastro-, duodenoscopia), quando è davvero indicata?

Introduzione: diverse le indicazioni che portano lo specialista a proporre un’endoscopia come metodo diagnostico e a volte terapeutico.

Dal punto di vista dei sintomi clinici, rigurgito, corpi estranei esofagei, vomito ricorrente o cronico, ematemesi (vomito con tracce di sangue), melena (feci di colore nero, quindi con sospetto sangue digerito), diarrea del piccolo intestino sono i sintomi che potrebbero spingere il clinico, ad effettuare un’endoscopia del tratto intestinale superiore come prossimo passo.

Dal punto di vista degli esami di laboratorio (profilo biochimico completo), l’abbassamento dei valori delle proteine totali (ipoproteinemia), dell’albumina (ipoalbuminemia) e della vitamina B12 (ipocobalaminemia), dovrebbero spingere il clinico a proporre al cliente un esame endoscopico.

La diagnostica per immagini (radiografie, ecografia addominale ed evtl. TAC/MRI) spesso aiuta nella scelta di effettuare questo genere di esame. La presenza di un corpo estraneo a livello dell’esofago o dello stomaco sono solo alcuni dei reperti radiologici presenti a livello di una radiografia che dovrebbero portare immediatamente all’endoscopia come scelta terapeutica.

Non sempre l’endoscopia è risolutiva (come nel caso di un corpo estraneo), ma la maggior parte delle volte, attraverso il prelievo di biopsie ed il conseguente esame istologico, è complementare ad altri esami e fornisce informazioni supplementari che portano lo specialista ad adattare al meglio la propria terapia.

Galeandro Luca, Dr. med. vet, DACVIM (SAIM), specialista in medicina interna; Galeandro Miriam, Dr.ssa med. vet, DACVIM (SAIM), specialista in medicina interna

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